vendredi 23 mars 2012

Sintesi

Per quanto riguarda la crisi del debito sovrano in Italia e in Francia :
anche trattandosi di due paesi vicini che sono stati spesso legati dalla Storia
======> esaminando ogni situazione, il paragone tra Francia ed Italia si rivela assai paradossale.
Nonostante un debito pubblico italiano più importante della Francia
(il 121,1% del PIL italiano contro l'86,8% del PIL francese)
il tasso di indebitamento privato italiano si situa tra i più bassi dell'Europa :
==> le famiglie italiane non riccorono così tanto all'indebitamento.
Per di più l'Italia detiene un deficit commerciale minore rispetto a quello della Francia.
In Francia, l'indebitamento privato è colossale e il deficit commerciale oltremisura
==>il deficit previsto del commercio esterno per l'anno del 2011 si attesta ai 75 milliardi di euro,
oltrepassando quello record del 2008 (56,5 milliardi di euro).
Mentre il deficit commerciale italiano dell'anno 2011 non supera i 24,3 milliardi di euro
(rialzo del 11,4% delle esportazioni italiane soprattutto fuori eurozona).

Sia in Francia che in Italia, l'aspetto politico, oltre l'effetto domino comune all'intera Europa, rimane una delle principali cause di queste situazioni d'indebitamento dei paesi ; soprattutto in Italia dove il problema era dovuto in gran parte alla negligenza di Berlusconi.
In Francia, dove la spesa pubblica è una realtà, il problema del debito sovrano sembra più difficile da risolvere poiché più ancorato e profondo. D'altronde il debito continua di crescere. Il governo ha iniziato ad affrontare il problema del bilancio solo con la crisi del 2008.
Ad oggi ci possiamo interrogare : lo stato francese riuscirà a mantenere le sue ambizioni in termine di bilancio ?

Synthèse

A propos de la crise de la dette souveraine en France et en Italie :
bien que s'agissant de pays voisins et ayant été souvent liés par l'histoire :
====== > La comparaison de la situation des deux pays se revèle très paradoxale.
En Italie, malgrè une dette publique plus importante qu'en France
(121,1% du PIB italien contre 86,8% du PIB français)
le taux italien d'endettement privé est parmi les plus bas d'Europe :
==> les ménages italiens ont un taux d'épargne réelle très élevé et ont peu recours à l'endettement. De plus le déficit commercial est beaucoup moins important que celui de la France.
En france, le taux d'endettement privé est colossal et le déficit commercial sans précédent :
==> le déficit prévu du commerce extérieur pour l'année 2011 s'élève à 75 milliards d'euros,
dépassant ainsi, bien largement, le triste record de 2008 (56,5 milliards d'euros).
Alors qu'en Italie, le déficit commercial de l'année 2011 ne dépasse pas les 24,3 millairds d'euros (hausse de 11,4 % des exportations italiennes, surtout hors zone euro).

Aussi bien en France qu'en Italie, l'aspect politique reste, quoi qu'il en soit et malgré une situation domino commune à toute l'europe, une des principales causes pouvant aujourd'hui expliquer de telles situations d'endettement ; notamment en Italie où le problème est essentiellement d'ordre politique, lié à la négligence de l'ancien premier ministre Berlusconi. Les choses devraient toutefois rentrer dans l'ordre grâce à monsieur Monti.
En revanche, en France, dans un pays où la dette aussi bien privée que publique s'enlise depuis de nombreuses années et continue encore d'augmenter, le mal est plus profond. Et pourtant, la prise de conscience de l'état n'a eu lieu qu'avec la crise de 2008. L'Etat réussira t-il à tenir ses objectifs en matière de réduction des dépenses publiques ?

jeudi 22 mars 2012

Comparaison France-Italie


FRANCE
Dette brutte en 2011 : 1.726,70 Md€
Evolution de la dette sur 10ans : +89,6%
Deficit en 2010 (en % du PIB) : 7,1%

ITALIE
Dette brutte en 2011 : 1.924,24 Md€
Evolution de la dette sur 10ans : +40,6%
Déficit en 2010 (en % du PIB) : 4,6%

Un barlume di speranza : la strategia "Europa 2020"

Europa 2020 o la sfida della crescita ?

La strategia Europa 2020, adottata a marzo dell'anno scorso dalla Commissione, punta a rilanciare l'economia dell'Unione europea nel prossimo decennio.
Con questa nuova strategia che si sostituisce a quella di Lisbona, l'Unione europea si propone di diventare un'economia intelligente, sostenibile e solidale. Queste tre priorità che si rafforzano a vicenda intendono aiutare l'UE e gli Stati membri a conseguire elevati livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. In pratica quindi l'Unione si è posta cinque ambiziosi obiettivi, in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima/energia ; da raggiungere entro il 2020.
Nell'ambito del nostro soggetto cioè la crisi del debito ci interessa soprattutto tutta la parte dedicata alla crescita e all'impiego perché come l'abbiamo evocato più volte : senza crescita non ci sono consumi.